Ed eccoci arrivato all’ “ultimo” giorno di campo. Il sabato, giorno di raccoglimento e verifica, giorno dei saluti, dei sorrisi e delle lacrime. La settimana è finita in un batter d’occhio, e il tempo passato con le persone sembra non bastare mai. Già due minuti dopo i saluti finali si sente la voglia di rivedersi e passare altro tempo insieme, e le proposte e le idee sono tante. Tutti in cerchio, guardandoci negli occhi, abbiamo iniziato la verifica finale. Ognuno di noi ha parlato delle sensazioni e delle emozioni che in questi sette giorni hanno attraversato i ragazzi durante la raccolta, la formazione, la festa.
E per non parlare dei canti urlati a squarciagola, i giochi di parole, le melodie improvvisate con la voce con la guida del maestro d’orchestra Serge, i balli di gruppo, l’incontro con 20 ragazzi messicani e la giornata trascorsa con loro.
Tante emozioni e tante speranze vissute con uno spirito mai provato prima. E’ impossibile descrivere con semplici parole qual’è lo spirito che c’è lì, al prelato, l’ultimo giorno di campo. E’ qualcosa che aleggia al di sopra del semplice stare insieme, è un filo che lega ogni ragazzo, animatore o missionario.
Dopo la verifica, la celebrazione della Messa finale, conclude il campo di lavoro, ma da l’avvio a un campo diverso, da portare nella famiglia, nella compagnia di amici, a scuola e all’università. Non ci saranno sveglie a suon di musica rock, non ci saranno ogni giorno balli in gruppo e canti a squarciagola, ma ci saranno gli altri. E come abbiamo visto negli altri ragazzi di questo campo qualcosa di assolutamente unico e speciale, lo possiamo vedere nella nostra famiglia, nei nostri compagni di scuola, nelle persone che incontriamo o incontreremo.
Abbiamo la possibilità ora a dire a tutti, con orgoglio “Salve signora, siamo del Centro Missionario”.
Elisabetta